Suor Carol Tahhan Fachakh, Figlia di Maria Ausiliatrice, è stata insignita, dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, del Premio Internazionale Donne Coraggiose 2017, per il suo coraggio nel servire le persone colpite dal conflitto siriano e per il suo impegno a salvaguardare e sostenere i più vulnerabili, in particolare i bambini, i rifugiati e le donne sfollate.

 

«Sono consapevole che questo Premio non è solo per me, ma per la Chiesa in Siria che è una e nella quale siamo molto uniti. Per paradosso questa guerra ci ha uniti ancora di più. Nessuno di noi ha voluto lasciare il paese dall’inizio della guerra. La Siria oggi è un paese distrutto, non solo nell’economia, ma nella cultura, nelle sue radici.

Ogni giorno vediamo missili che cadono, ma noi dobbiamo guardare al futuro; la più grande sfida della guerra è la povertà e noi combattiamo entrambe ogni giorno. Nell’ospedale abbiamo tanti malati, una volta un missile è caduto proprio vicino alla struttura e abbiamo operato i pazienti anche nei corridoi. Non c’è un posto sicuro in Siria. Non posso aver paura. Non siamo sole, la Chiesa, le diverse congregazioni religiose si sostengono unite e in solidarietà. Quando cadono le case a causa delle bombe è come se cadessero i nostri sogni, ma noi possiamo ricostruire e pregare per la pace».

Suor Carol ribadisce più volte la collaborazione e la solidarietà tra Congregazioni ed Istituti: «Testimoniano una sola e unica Chiesa, dobbiamo aiutarci sempre tra noi, dobbiamo guardare questo in modo positivo, altrimenti cadiamo nella morte”. La situazione in Siria è davvero dura e difficile. Dalle parole di suor Carol traspare la sofferenza per il suo popolo, messo a dura prova ogni giorno da missili e cannoni.
Paura? «Tutti i giorni, noi camminiamo per le strade e la morte cammina a fianco a noi. Ma io non posso avere paura. La Chiesa deve offrire speranza ed entusiasmo. Quando cadono le case a causa delle bombe è come se cadessero i nostri sogni, ma noi dobbiamo ricostruire e pregare per la pace».
Qual è il segreto del suo coraggio?
«La persona non nasce con il dono del coraggio, ma lo acquista con la preghiera, con la tenacia, con la spontaneità, tanta umiltà e carità, espressione dell’amore di Dio che arricchisce il cuore di chi fa tesoro dell’amore che Lui infonde nel cuore di chi ama essere al Suo servizio».

Fonte: Bollettino Salesiano