Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana
Omelia nella Messa della III Domenica del TO-B
Basilica di Maria Ausiliatrice, Valdocco-Torino 2018.01.21

 

Pochi giorni fa, nell’Udienza Generale del 10 gennaio, Papa Francesco ha parlato della bellezza delle orazioni della liturgia, e finiva la sua catechesi dicendo che “…si possono fare tante belle meditazioni su queste orazioni. Tanto belle! Tornare a meditarne i testi, anche fuori della Messa, può aiutarci ad apprendere come rivolgerci a Dio, cosa chiedere, quali parole usare. Possa la liturgia diventare per tutti noi una vera scuola di preghiera”.

Quindi, seguendo il suo consiglio e desiderio, voglio partire oggi dalla preghiera che abbiamo fatto all’inizio di questa celebrazione nella Orazione Colletta. A nome di tutti voi ho detto: “Dio onnipotente ed eterno, guida i nostri atti secondo la tua volontà, perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone.” Come Famiglia Salesiana condividiamo la nostra fede e il carisma che abbiamo ricevuto, ognuno secondo il suo dono, e cerchiamo di ascoltare lo Spirito del Signore e la Parola di Gesù che ci rivela la volontà del nostro Padre Misericordioso, Dio onnipotente ed eterno. Ancora una volta sentiamo l’invito di Gesù, il Figlio diletto, a seguirlo più da vicino e a dare frutti generosi di buone opere. La nostra Famiglia è come un grande albero, il quale, ci auguriamo, dia tanti frutti generosi e buoni per alimentare il cuore di migliaia di giovani e di adulti, quelli che vengono da noi e quelli che sono per le strade del mondo in attesa di una mano che li sollevi e di un cuore-casa che li accolga. La Strenna che ogni anno il Rettor Maggiore offre, è anche uno strumento per vivere insieme il nostro discepolato missionario in tal modo che ci permetta di portare frutti abbondanti. Voglio, quindi, ribadire alcune delle considerazioni in vista di qualche azione pastorale (punto IV della Strenna).

Sgranando la Parola di oggi e tenendo conto che i frutti buoni vengono da alberi buoni, mi permetto di sognare una Famiglia Salesiana che sia Contemplativa e con gli occhi ben aperti, Pellegrina nei luoghi e nei cuori, Discepola del Signore e Mediatrice della sua Parola e del suo invito, e, finalmente, una Famiglia Salesiana del “Già” e del “Subito”.

1. Una Famiglia Salesiana Contemplativa e con gli occhi ben aperti.

Riportiamo alla nostra memoria l’icona della Vergine del Silenzio che ci ha presentato suor Paola.

Certamente ci hanno attratto i suoi grandi occhi, tipici dell’iconografia copta. La Vergine del Silenzio ci invita a tacere e ad aprire bene gli occhi per vedere e per ascoltare, e piuttosto per contemplare, cioè vedere con il cuore e in profondità, affacciandoci al Mistero.

Oggi il Vangelo ci presenta Gesù che “vede” e contempla e ascolta il cuore degli altri e per ciò è capace di sfidare, invitare e accompagnare. Ben due volte in questo breve brano, Marco usa il verbo “vedere” quando dice che Gesù “vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare” e li chiamò, e più tardi “vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti” e li chiamò. Queste chiamate di Gesù non sono a caso. Lui ha “visto” qualcosa in loro. Solo uno sguardo contemplativo è capace di andare oltre le apparenze e la superficie. La capacità contemplativa non si improvvisa, ma viene curata e coltivata. Per ciò io vi invito nella Strenna a “Favorire un intenso clima spirituale che costituisca il grande aiuto per il rapporto personale con Gesù”. E dico anche che “Sono sempre più convinto che i nostri giovani in tutto il mondo hanno sete di spiritualità, sete di trascendenza, sete di Dio, anche se a volta non sanno come esprimerlo o come chiederci una risposta”. Ecco a che serve avere gli occhi ben aperti e contemplare il loro cuore: per leggere e ascoltare quello che loro non sanno dire.

Posso dire che solo i contemplativi (e tutti noi siamo stati chiamati ad esserlo, per questo, abbiamo ricevuto il dono del carisma), ripeto, solo i contemplativi sono capaci di “Testimoniare la gioia con la quale si vive”, come ho scritto e invitato nella Strenna.

2. Una Famiglia Salesiana Pellegrina nei luoghi e nei cuori

Nella prima lettura di oggi, Dio dice a Giona: «Alzati, va» e la risposta immediata fu che Giona “si2 alzò e andò”. Dopo, il brano del Vangelo, dice che “Gesù andò nella Galilea…”, che “passando lungo il mare… vide Simone e Andrea”, e che “passando un poco oltre vide Giacomo… e Giovanni…” Alzarsi, andare e passare… Verbi propri di pellegrini che non si fermano definitivamente, ma sono in movimento. Il nostro Dio non è un Dio statico. Gesù non è stato un maestro statico, comodo nei suoi spazi, installato, ma un pellegrino nei luoghi e nei cuori. Anche noi come gli antichi profeti e soprattutto come Gesù siamo chiamati a metterci in cammino, a non restare fermi e sicuri dentro le nostre opere e mura. È già ben conosciuta da noi l’espressione “essere in uscita”, quindi non mi dilungo, ma comunque la ribadisco.

Una Famiglia Salesiana pellegrina è sempre disponibile per andare oltre, per aprirsi agli altri, per accogliere e per accompagnare. Quanto dolore se si trovassero membri della nostra Famiglia sclerotizzati e “poltroneggiati”. Invece una comunità pellegrina, composta da singoli individui che vivono il proprio pellegrinaggio e in comunione con gli altri, è una comunità capace di “Coltivare in ogni momento una cultura vocazionale, anche in contesti culturali che possano sembrarci difficili” come dico nella Strenna. E questo, perché “Desideriamo che i giovani possano scoprire un modo di vivere e di sognare la loro vita nella quale maturino valori come la gratuità e la donazione, l’apertura agli altri e l’apertura a Dio”. Seduti nelle poltrone sarebbe impossibile offrire proposte di gratuità e di donazione! Questa sarebbe anche la “logica del ‘vieni e vedi’”! “Si tratta di quel ‘di più’ che attira, quel ‘di più’ che è incluso nella profezia, nella significatività, nella radicalità…” citando anche don Vecchi.

3. Discepola del Signore e Mediatrice della sua Parola e del suo invito

Il Vangelo di oggi è un classico annunzio vocazionale. «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini» dice Gesù a Simone e ad Andrea, e quando vide Giacomo e Giovanni, “…subito li chiamò” (in questo caso non sappiamo con quali parole li chiamò. Ma non importa con quale formula, quello che importa e che Egli, il Signore Gesù chiama, te, me, noi, loro, personalmente, in mezzo alle cose quotidiane e ordinarie… Per la chiamata ricevuta oggi siamo qua. Ognuno di noi è stato chiamato in uno e in tanti momenti della propria vita a seguire Gesù. Noi come Famiglia non possiamo non essere discepoli e discepole.

E come dice Papa Francesco, citando i testi della chiesa Latinoamericana: discepoli missionari, perché “il chiamato a seguirlo” va insieme con “il chiamato ad annunciarlo”. Ho già ricordato il tema della cultura vocazionale. Ricordo adesso che dobbiamo “offrire questa opportunità a tutti i giovani e a tutte le persone che lo chiedono, senza escludere nessuno, poiché in ciascuno opera lo Spirito Santo… Dobbiamo accompagnare [la chiamata di ognuno] con un cammino attraverso il quale la fede diventa il più possibile personale; un cammino nel quale si cresce nella interiorità e nell’incontro con Gesù il Signore”.

E finalmente,
4. Una Famiglia Salesiana del GIÀ e del SUBITO

Nella seconda lettura, Paolo dice ai Corinzi che “il tempo si è fatto breve…” e abbiamo sentito dire dallo stesso Gesù: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» Quindi si parla del tempo opportuno, del tempo favorevole! Vi dico nella Strenna: “Avere la consapevolezza che questo è il tempo favorevole. Dobbiamo continuare a camminare con i ragazzi e le ragazze, con i giovani e le loro famiglie, con i papà e le mamme che hanno bisogno e accettano di percorrere queste strade in compagnia…” Carissimi fratelli e sorelle della nostra Famiglia “già” e “subito” sono due parole d’ordine per noi. Non per fare e fare… ma per fare bene. E facciamo bene solo quando siamo chi dobbiamo essere, quando sappiamo chi siamo chiamati ad essere. Ma non domani… Certo, anche domani! Ma cominciamo oggi e proprio adesso! Siamo a casa della nostra Mamma. Che Lei ci conceda la grazia di essere mediazione autentica della parola del Signore, che risuona nel cuore di ogni giovane, nei matrimoni, nelle famiglie e in tutti coloro che sono aperti alla Sua presenza. Amen.