Care amiche e amici

Oramai sono a Bukavu da più di due mesi e comincio ad orientarmi nella città e nelle zone limitrofe, mi muovo in autonomia con i mezzi pubblici (se così si possono definire) ed ho avuto il coraggio di prendere la moto taxi!  Un giorno mi facevano così male i piedi, la fatica ha prevalso sulla paura! Perché voi immaginate cosa significa salire in moto sulle strade sterrate? È come fare una competizione di TRIAL, così ora prendo la moto nei momenti di necessità, chiedo sempre che vadano piano, uno dei motociclisti un giorno mi ha detto: “Ok madame ora scendo e spingo!” Un raro senso dell’umorismo! Ma altri accettano ben volentieri l’invito di andare piano.

A Bukavu la vita procede tranquilla, come ogni città ci sono i ricchi ed i borghesi, che mandano i figli a scuola con il taxi e che pagano rette scolastiche ai propri figli di 50 dollari al mese e c’è chi guadagna invece 50 dollari al mese e oltre che mandare i figli a scuola deve sfamarli….e poi chi guadagna pochi dollari o niente del tutto che deve sopravvivere. Insomma situazioni come ne vediamo anche noi in Italia.

La vita qui è molto costosa, poiché poche cose sono a “km 0”. Quasi tutto è importato dalle nazioni adiacenti quali il Rwanda e la Tanzania, oppure la Cina e l’India, per esempio le uova arrivano da Rwanda e non si sa la “freschezza” di quanti giorni hanno. 5 uova un dollaro, una gallina 10 dollari….

Pensate che ho acquistato una confezione di 5 litri di candeggina per pulire la mia stanza e l’ho pagata ben 13 dollari! In Madagascar veniva prodotta e costava 80 centesimi al litro. In compenso al nord, verso Goma fanno un buon formaggio e producono del caffè, ma non sono generi alimentari di prima necessità.

Cosa accade al foyer Ek’abana?

Le bambine/ragazzine ora sono 31 (ci sono anche 5 maschietti di 3, 5 e 6 anni), la vita è come una grande casa, poiché gli spazi sono davvero molti e vivono serenamente, cercando di ritrovare la fiducia in se stesse. Si sentono spesso in colpa di essere responsabili della morte di qualcuno o di qualche calamità o disgrazia. Perché accusate di essere streghe…e alla fine si convincono loro stesse di essere davvero la causa di certe disgrazie.

Fortunatamente l’affetto e la protezione che Ek’abana offre loro le aiuta a ritrovare una nuova dimensione di vita. Ieri hanno portao a casa le pagelle del secondo trimestre e possiamo essere soddisfatte di loro, poche le insufficienze e c’è stato anche un 91/100 !!!

Due settimane fa ho portato le più grandicelle (12-15 anni) a fare un giro al porto, visitare il traghetto che unisce Bukavu a Goma. E’ stata una gioia per loro…una giornata normale, come quelle di altre ragazzine della loro età.

Belli e significativi anche gli incontri con le donne lungo le strade, bastava un saluto semplice in Kiswahili e subito si creava allegria e complicità. Ho appreso tante cose belle da questa gente semplice, in certe occasioni qualcuno mi ha anche pagato il biglietto del bus per ringraziarmi del lavoro che si sta facendo per i bambini congolesi. Semplici cose che in più di un’occasione mi hanno commosso.

Sono contenta del lavoro che Ek’abana porta avanti da anni, offre la possibilità a centinaia di bambini di poter ricevere un’istruzione. E questo grazie all’aiuto di tante persone in Italia ed in Europa che con piccoli gesti si fanno solidali con la vita difficile di questa bambini.